Prima tappa – Le Marchesi

FATU HIVA
Sono arrivato alle isole marchesi il 29 aprile mattina, dopo un’attraversata di 19 giorni. La prima isola in vista è FATU HIVA, con la sua magnifica baia delle Vergini. Appena arrivati subito al lavoro per liberare il tender, per baciare la terra tanto sognata. Il primo impatto con la gente locale è molto tranquillo, sono persone semplici che vivono in villaggi di pescatori, poche case, tutti molto religiosi e accoglienti, infatti non smette mai di stupirmi la loro gentilizza e ospitalità. L’isola è tutta natura. solo natura. ci vivono appena 150 abitanti in 2 piccolissimi villaggi, il resto è solo alberi montagne foreste cascate pioggia. Sono isole alte e molto verdi quindi piove spesso, ogni volta per 5 minuti soltanto.
Dopo soltanto 2 giorni cambiamo isola, perchè per quanto bella sia, FATU HIVA non aveva niente, neanche una banca per cambiare in franchi polinesiani, quindi non potevamo comprare nessun cibo fresco, se non qualche casco di banane per una maglietta.
La seconda isola è HIVA-OA, decisamente più grossa, dove infatti riusciamo a prelevare qualche soldo. Il giro dell’isola ci fa scoprire gli antichi insediamenti dei polinesiani, pieni di Tiki (una specie di statua) e di storie di sacrifici umani.
Risalendo verso nord arrivamo alle terza isola, UA POU, dove secondo il parere degli isolani fin’ora incontrati ci sarebbero le ragazze piu belle delle marchesi. Villaggio carino, iniziano ad essere tutti uguali, pieno di ragazzini che giocano a calcio (che mi fa venire un’invidia assurda), anche il pesce ottimo servito con una salsa al latte di cocco, ma di ragazze neanche l’ombra. Scopriremo piu tardi che tutti i ragazzi dai 15 ai 30 anni vanno a Papeete a studiare, e che quindi su tutte le isole non cè ne è uno.
Si vede che siamo capitati nel mese sfigato perchè è sempre festivo: e il primo maggio, e venerdi pomeriggio non si lavora, figurati il sabato e domenica, ah lunedi è l’8 maggio (i francesi festeggiano l’armistizio della guerra) e il giorno dopo è il giovedì della pentecoste, e poi è venerdi quindi facciamo ponte, poi un altro weekend, e lunedi qualche altra festa della pentecoste, poi quel giorno li si vota per le regionali. Insomma è sempre tutto chiuso, poste e banche comprese.
Arriviamo cosi a NUKU HIVA, l’isola principale, “capitale” delle marchesi. Un isola grossa con tante bellissime baie dove ancorarsi. La prima è stata la baia di HAKAUI, fantastica, riparata da tutto, con una spiaggia bianca da sogno, bagno con le mante, e anche con gli squali (di giorno sono innoqui, ma di notte..).
Poi ci siamo spostati alla baia di ANAHO, molto famosa per la sua barriera corallina. Facendo un giro a terra abbiamo incontrato un ragazzo che viveva da solo in una capanna, cosi gentile che ci ha invitato a mangiare con lui anche se aveva pochissimo da mangiare. Ed è così che finiamo a mangiare il frutto dell albero del pane, URU, cotto al vapore con il sugo alla bolognese.
Ci spostiamo poi alla baia della “capitale”, TAIOHAE, e finalmente vediamo un pò di barche, almeno una ventina, e troviamo anche internet. La gente è sempre cordiale e una signora corpulenta (come tutte le polinesiane) ci invita a cena in una serata locale, con il maiale cucinato alla tipica maniera tahitiana con le foglie di palma, musica locale, e i bambini di una squadra di calcio che si esibiscono nella danza AKA (la danza resa celebre dalla squadra di rugby neozelandese, gli All Blacks).
Li al porticciattolo quando tornano le barche di pescatori succede una cosa particolare. Come normale i pescatori si mettono a pulire il pesce appena pescato su grandi tavoli sul molo del porto, e buttano a mare gli avanzi, teste code lische etc. Solo che in mare al posto dei soliti pesci di porto ci sono gli squali! Almeno una decina, che danno spettacolo davanti alla folla, che dilaniano e lottano per ogni pezzo di pesce. Uno spettacolo interessante che divente anche divertente quando Mathias sale sul nostro tender, lega alla cima davanti una testa di pesce e la getta ai pescecani! Subito il tender parte a 100 all’ora trainato dal primo squalo che voleva divorarsi la testa. A breve video su youtube ahaha!
Ho anche il grande piacere di incontrare il primo italiano dopo tanto tempo, Giovanni, un ragazzo romano partito all’avventura anche lui dopo essersi laureato, con cui ho mangiato la prima pizza (non malaccio, anche se il mio giudizio non è più oggettivo) dopo piu di 3 mesi.
E dopo quasi 2 settimane ci rimettiamo in navigazione, per altre 570 miglia, verso gli atolli delle Tuamotu, lasciandoci alle spalle le bellissime e selvaggie Marchesi.

Per le foto seguite questi link:

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2 Risposte a “Prima tappa – Le Marchesi”

  1. Caro Ragazzo,
    mi dicono che incominci ad essere un po stufo dei ormai soliti fantastici paesaggi che da più di 8 mesi ti circondano, dell’oceano, delle magnifiche spiagge di sabbia finissima e bianchissima che noi comuni mortali solo in cartolina o dalle tue foto vediamo, della cospicua quantità di pesce di cui ti nutri (non scordiamoci aragoste – tonno ecc. ecc.) del cocco ecc.ecc. …. se vuoi in molti qui sono pronti a venire al tuo posto!!!!
    Resisti in quella natura quasi incontaminata in cui ti trovi, tieni duro, ti siamo molto vicini…. col pensiero. Un abbraccio Zia Lu

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